Giuseppe Notarstefano è nato 51 anni fa a Palermo, dove vive attualmente, insieme a Milena Libutti, con cui è sposato dal 2004, e a Marco, nato nel 2009. Ha vissuto gli anni della giovinezza a Canicattì, in provincia di Agrigento. Qui ha incontrato l’AC attraverso la frequenza del gruppo ACR sin dalla prima media e poi come educatore parrocchiale e membro dell’équipe diocesana dell’ACR.
L’esperienza associativa, e in particolare il servizio educativo e l’impegno sociale, hanno accompagnato e forgiato le diverse fasi della sua vita: è stato responsabile diocesano dell’ACR nella diocesi di Agrigento; poi, dal 1999 al 2005, responsabile nazionale dell’ACR, componente del centro studi di AC, membro del laboratorio nazionale della formazione, membro del consiglio scientifico dell’istituto Vittorio Bachelet, consigliere nazionale per il Settore Adulti, dal 2014 al 2021 vicepresidente nazionale per il Settore Adulti. Da giugno 2021 è il Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.
Tre parole chiave del tuo mandato…
Cura della vita spirituale e della qualità delle relazioni di cui si fa esperienza in associazione; Popolarità come stile e forma di una vita associativa a misura di ciascuno; Alleanze per il bene comune e per la rigenerazione del tessuto fraterno delle nostre comunità e delle nostre città.
Come comunicare il messaggio dell’AC oggi?
Come scriviamo negli orientamenti per il triennio 2021-2024, crediamo che l’AC sia ancora oggi un dono per la Chiesa e il Paese come realtà concreta di persone che imparano sempre più a “volersi bene”, a prendersi cura reciprocamente del bene di ciascuno e di quello di “noi-tutti”, a riconoscere la presenza del Signore in ognuno e, soprattutto, nei più poveri e negli ultimi. Per questo continuiamo a comunicare l’associazione come luogo in cui si intrecciano formazione, testimonianza e servizio in un’esperienza spirituale e comunitaria bella e possibile, popolare e accogliente per tutti e per ciascuno, senza barriere di età o condizione di vita, in cui si impara a spendersi per la missione della Chiesa.
Qual’è il vostro impegno per le famiglie?
L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di persone che mette al centro le relazioni significative a partire da quelle familiari, anche a tal fine essa opera come famiglia e la valorizza in particolare oggi come realtà capace di contribuire concretamente al rinnovamento delle comunità parrocchiali in stile sinodale: per l’AC tale dimensione è naturale nella vita associativa in cui si intreccia comunitariamente la formazione e la missione di ragazzi, giovani e adulti, perchè valorizza l’intergenerazionalità e il protagonismo di tutte le fasce d’età nel vivere insieme la stessa missione della Chiesa. Bambini, ragazzi, giovani e adulti sono ugualmente rappresentati negli organismi associativi, la cura dei giovani e degli adulti verso i ragazzi dell’ACR si esprime nell’azione educativa alla crescita umana e alla maturazione di una corresponsabilità ecclesiale e sociale. Così, vivendo come famiglia nella Chiesa e nelle città, l’AC “favorisce la promozione del suo ruolo attivo e responsabile nella pastorale, anche offrendole la possibilità di partecipare alla propria attività apostolica” (Art. 9 Statuto ACI).
Negli ultimi anni, l’impegno associativo si è concentrato soprattutto nella concreta attuazione della novità di Amoris Laetitia nella vita associativa e nelle proposte ecclesiali, in particolare la cura di ragazzi e adulti provenienti da situazioni familiari difficili, l’accompagnamento dei fidanzati e dei giovani sposi, l’attenzione ai temi dell’affettività e della sessualità negli adolescenti e nei giovani.
Come collaborare con le altre associazioni per promuovere e sostenere la famiglia?
Oggi l’AC è inserita in una serie di reti di collaborazione e concreta cooperazione con realtà dell’associazionismo anche familiare, cattoliche e laiche. Crediamo nel valore delle alleanze per rigenerare l’attenzione al Bene Comune, in una paziente opera di comune “tessitura del capitale sociale”, cerchiamo un approccio concreto e operativo alla soluzione dei problemi che attanagliano la vita delle persone. Siamo convinti che in questa direzione, con il metodo dell’ascolto e del dialogo nella società, anche partendo da posizioni diverse, si riesca ad ottenere maggiori risultati rispetto ad un approccio esclusivamente identitario. Su alcune questioni di scenario bisogna essere sempre più capaci di attivare processi di cambiamento culturale e normativo: una di queste è certamente l’inverno demografico e la sfida della generatività familiare.