Bologna, 6 giugno 2018 – L’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna introduce una rilevante novità per le famiglie della regione, attraverso il riconoscimento del Fattore Famiglia* quale possibile sistema di determinazione delle rette per i servizi educativi per l’infanzia. Questo importante principio è stato introdotto con un emendamento presentato dalla vice presidente della Regione, Elisabetta Gualmini, agli indirizzi di programmazione per il sistema integrato dei servizi educativi per l’infanzia per i bambini in età 0-6 anni relativi al triennio 2018-2020.
Il Fattore Famiglia, se applicato, potrà riconoscere un maggior peso ai carichi familiari rispetto a quanto avviene oggi con l’Isee, con conseguente riduzione delle rette soprattutto per le famiglie con più figli, quelle in cui sono presenti situazioni di mono genitorialità, disabilità o altri elementi qualitativi che le singole amministrazioni vorranno individuare.
L’emendamento proposto e approvato, è il primo concreto frutto del tavolo aperto dalla Regione sul tema “Famiglia e natalità” a cui partecipa l’associazionismo familiare – rappresentato dal Forum delle associazioni familiari e dall’Associazione nazionale famiglie numerose – insieme a tre vescovi della regione: mons. Matteo Zuppi dell’Arcidiocesi di Bologna, mons. Enrico Solmi della Diocesi di Parma e mons. Lorenzo Ghizzoni dell’Arcidiocesi di Ravenna.
«Le amministrazioni comunali della regione, ci auguriamo numerose, che aderiranno a questo sistema di determinazione delle rette, potranno così passare da un approccio assistenziale, legato all’Isee, ad una concreta politica familiare, che riconosce nei figli un bene sociale su cui investire – spiega Alfredo Caltabiano, presidente del Forum delle Famiglie dell’Emilia-Romagna – Ci rendiamo fin da ora disponibili ad affiancare e aiutare i comuni per l’adozione del Fattore Famiglia, già applicato in Italia da diverse amministrazioni virtuose».
Caltabiano auspica che il segnale dato dalla Regione Emilia-Romagna «sia solo l’avvio di un maggior ventaglio di interventi a favore delle famiglie e dei figli, che diventano ogni giorno sempre più necessari. In questa fase cui stiamo infatti iniziando ad avvertire le drammatiche conseguenze della denatalità, destinata a peggiorare se continua a permanere l’inerzia che finora ha caratterizzato l’Italia sulle politiche familiari. Mentre investire su figli, giovani e famiglie, può rappresentare una decisiva svolta positiva per il futuro del nostro Paese», conclude il
presidente Caltabiano.
(*) COS’È IL FATTORE FAMIGLIA
È il meccanismo proposto dal Forum delle associazioni familiari per quantificare correttamente la capacità contributiva di una persona. L’idea di base del fattore famiglia è quella per cui non sono tassabili le spese indispensabili per il mantenimento e accrescimento della famiglia. Il fattore famiglia introduce un livello di reddito non tassabile (cosiddetta “no tax area”) crescente all’aumentare del numero dei componenti della famiglia secondo una scala di equivalenza. Verrà quindi tassata solo la quota di reddito familiare che eccede il minimo vitale. Il Fattore famiglia avvantaggia le famiglie con più figli (in particolare da 3 figli in su), e le famiglie mono-genitoriali, tanto più quanto il reddito familiare è basso.
Il Fattore Famiglia applicato alle tariffe, invece, interviene sulle scale di equivalenza dell’ISEE, incrementandole in base ai carichi famigliari, con conseguente rimodulazione verso il basso dell’ISEE modificato, a cui corrisponde una riduzione delle rette
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