Prosegue l’iter del provvedimento sul riordino del settore
Tagli pesanti a slot e sale, poteri ai sindaci su orari e distanze dai luoghi sensibili, tessere sanitaria per ‘giocare’, riduzione delle somme ‘giocate’, sale più controllate anche da un punto di vista sanitario. La nuova versione della proposta del governo sul riordino del settore dell’azzardo presentata ieri in Conferenza unificata, soddisfa abbastanza i Comuni, meno le Regioni. Ora la palla passa a loro. Ma l’intenzione è di rivedersi tra un settimana, molto probabilmente l’11 maggio, in una nuova Conferenza unificata, per firmare l’accordo che entro il 30 giugno sarà tradotto dal ministero dell’Economia in un decreto legislativo. Mentre la riduzione delle slot, già prevista nella Legge di stabilità 2016, sarà inserita con un emendamento nella manovra economica in discussione in Parlamento.
Soddisfatto il presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro: «Abbiamo apprezzato la volontà del governo di trovare una soluzione a una questione che stava creando molti problemi agli enti locali». Non lo è Viviana Beccalossi, assessore al Territorio della Regione Lombardia. «Il Governo si conferma poco coraggioso e soprattutto poco chiaro e contraddittorio. Risultano ancora troppo blande soprattutto le proposte che riguardano sia le distanze, sia la classificazione dei luoghi sensibili». Durissimi i 5 Stelle che sotto al ministero degli Affari Regionali ha presenziato con alcuni parlamentari e militanti per manifestare la propria contrarietà. Secondo Beppe Grillo, come ha scritto in un post intitolato ‘La tassa sulla povertà dello Stato biscazziere’, lo Stato «inventa sempre nuovi ‘giochi’ facendo incassare cifre enormi alle concessionarie (lobby intoccabili) quasi ne volesse prendere le distanze».
Molte le novità introdotte dall’intesa: la distanza delle sale gioco di 150 metri da scuole, luoghi di culto e Sert; l’interruzione del funzionamento per 6 ore al giorno (decisa dai sindaci, ma si punta a regole omogenee sull’intero territorio nazionale); l’agevolazione di controlli amministrativi e di polizia, compresi quelli della ‘municipale’; obbligo dell’utilizzo della tessera sanitaria per l’attivazione delle ‘macchinette’. Si potrà giocare solo nei punti gioco di ‘categoria A’ (quelle B dovranno via via chiudere) dove le per- sone dovranno essere identificate attraverso il documento di identità e la tessera sanitaria. Sale sottoposte comunque alle regole su orari e distanze, diversamente da una precedente proposta del governo. Gli addetti alle sale dovranno essere sottoposti a una formazione specifica «anche con approccio di contrasto al gioco d’azzardo
Le vincite dovranno essere completamente tracciabili e i locali dotati di apparati di video sorveglianza interna come nei casinò
patologico», avranno «l’obbligo di segnalare i soggetti patologici ai servizi sociali del comune» e di «impedire l’ingresso alle persone soggette alla dipendenza dell’azzardo patologico e inserite in programma di recupero». Le giocate e le vincite dovranno essere tracciabili e i locali dotati di apparati di video sorveglianza interna.
Nei prossimi tre anni si prevede il dimezzamento dei punti abilitati, oggi circa 98mila (69mila bar e tabacchi, 29.600 tra Bingo, sale ‘gioco’, negozi e corner). È intenzione del governo anticipare già da quest’anno il ‘taglio’ delle slot, a cominciare da quelle presenti nei luoghi definiti ‘generalisti secondari’ e da bar e tabacchi, operando una riduzione del 30% (rispetto alle oltre 378mila esistenti al 31 luglio 2015), con l’intenzione di arrivare a fine 2017 con poco più di 264mila apparecchi. Di fatto, essendo attualmente presenti più di 407mila ‘macchinette’, la ‘rottamazione’ riguarderà oltre 142mila apparecchi.
L’intesa lascia la possibilità di intervento ai comuni in situazioni di emergenza. Nel testo del governo si legge, infatti, che «ferma restando la pianificazione che deriverà dall’intesa», i sindaci potranno intervenire a fronte di «situazioni emergenziali di pericolosità sociale del diffondersi di illegalità e disagio connessi al gioco, anche in deroga alle disposizioni previste dall’intesa ». In queste situazioni lo Stato «dovrà sostenere l’ente locale, con tempestività e con adeguate risorse». (Avvenire 5 maggio 2017, A.M.Mira)
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