Milano, 14 maggio 2017 - 12:45

Il Papa e i «Passeggini vuoti»
dalla maternità il futuro del mondo

Francesco ha salutato in piazza san Pietro, durante la recita del Regina Coeli, i partecipanti alla manifestazione sul sostegno alla natalità

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I «Passeggini vuoti» e una visione malinconica del futuro della società: la manifestazione al Colosseo (poi confluita a piazza San Pietro) sulla scarsa natalità e l’ancor più scarso sostegno alle famiglie hanno offerto a Papa Francesco lo spunto per una riflessione espressa durante il commento al Regina Coeli domenicale: «Il futuro delle nostre società richiede da parte di tutti, specialmente delle istituzioni, un’attenzione concreta alla vita e alla maternità. Questo appello è particolarmente significativo oggi mentre si celebra, in tanti Paesi, la festa della mamma». Il Papa, dopo aver salutato il gruppo delle mamme di Bordighera, ha poi invitato le migliaia di fedeli presenti sulla piazza, a ricordare «con gratitudine e affetto tutte le mamme, anche quelle nostre che sono in Cielo, affidandole a Maria, la mamma di Gesù». Subito dopo ha chiesto qualche istante di silenzio e preghiera personale. alle migliaia di persone in piazza San Pietro. «A tutti - ha concluso infine - auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci».

Per le vittime di tutte le guerre

Francesco è poi tornato sul tema a lui caro delle vittime delle guerre di tutto il mondo: «Affido a Maria, Regina della pace, la sorte delle popolazioni che vivono i conflitti, in particolare in Medio Oriente. Tante persone innocenti sono duramente provate, sia cristiane, sia musulmane, sia appartenenti a minoranze come gli yazidi, i quali subiscono tragiche violenze e discriminazioni. Alla mia solidarietà si accompagna il ricordo nella preghiera, mentre ringrazio quanti si impegnano a sovvenire ai bisogni umanitari. Incoraggio le diverse comunità a percorrere la strada del dialogo e della riconciliazione per costruire un futuro di rispetto, di sicurezza e di pace».

L’esempio di Francesco e Giacinta

E ancora il commento sulla visita a Fatima e sulla canonizzazione dei due piccoli veggenti Francesco e Giacinta Marto: «Davanti alla Madonna ho chiesto che la Chiesa abbia cura dei bambini. Anche ai nostri giorni c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza per implorare la grazia della conversione, come pure la fine degli assurdi conflitti, grandi e familiari, cioè piccoli, e delle violenze che sfigurano il volto dell’umanità». E ha portato ad esempio proprio i neosanti pastorelli di Fatima: «Dopo l’incontro con la “bella Signora” recitavano frequentemente il rosario, facevano penitenza e offrivano sacrifici per ottenere la fine della guerra e per le anime più bisognose della divina misericordia. Lasciamoci guidare dalla luce che viene da Fatima».

Visita all’alba

Prima dell’appuntamento a San Pietro il Papa era stato alla basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare in silenzio, per oltre venti minuti, davanti all’icona di Maria «salus populi romani», cui è molto devoto, come moltissimi romani. Tanto da volerci andare a pregare già dalla mattina successiva alla sua elezione al soglio pontificio, come peraltro fa prima di ogni viaggio. Alla Madonna ha offerto un bouquet di rose bianche: si tratta di una grande icona bizantina che secondo la tradizione sarebbe stata dipinta da San Luca e portata a Roma da Elena, la santa madre dell’imperatore Costantino. E’ molto legata alla spiritualità dei Gesuiti e alle vicende romane del fondatore Ignazio di Loyola. Ma anche papa Wojtyla la dichiarò protettrice delle Gmg.

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