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LE FAMIGLIE CALABRESI PRENDANO IN AFFIDO I FIGLI DELLA NDRANGHETA. PROPOSTA DI AGAPE-LIBERA-FORUM

La storia del ragazzino di 8 anni di Gioia Tauro iniziato al mondo del narcotraffico ripropone la necessità di interventi più incisivi delle istituzioni e della comunità nelle sue varie componenti per dare una prospettiva diversa di vita a migliaia di minori che vivono la stessa condizione di rischio. Serve una risposta chiara da parte del Parlamento che sulla scia del progetto Liberi di scegliere avviato dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, deve emanare una legge che dia una cornice legislativa e uniformi questa metodologia d’intervento in tutto il territorio nazionale. Cosi come è stato richiesto dal CSM che dopo avere validato queste procedure della magistratura minorile reggina, ha chiesto espressamente alle forze politiche una legge che garantisse anche risorse professionali e economiche a questo programma.

 

Una legge che non si limiti a rendere più facile la decadenza o la limitazione delle responsabilità genitoriale ma che favorisca progetti personalizzati sul minore e sulla famiglia dove l’allontanamento dal nucleo familiare d’origine sia l’estrema ratio, così come sta facendo il Tribunale per i minorenni di Reggio. Una normativa che investa risorse consistente soprattutto nella prevenzione, assicurando risorse stabili per garantire personale educativo e di servizio sociale, finanziamenti per il diritto allo studio e per la formazione professionale, propedeutici per l’inserimento nel mondo del lavoro.

In particolare pei i minori più piccoli, come nel caso di Gioia Tauro, andrebbero possibilmente evitate soluzioni di allontanamento in regioni del nord, così come è successo per altri casi analoghi, e favoriti percorsi educativi c/o famiglie calabresi o centri di accoglienza qualificati per evitare esperienze di sradicamento e la rottura completa dei legami con la famiglia d’origine o con quella parte della rete parentale che può ancora essere un riferimento affettivo positivo.
Per questo servono reti di famiglie opportunamente formate che diano la loro disponibilità ai Tribunali per i minorenni per ospitare in via temporanea dei minori, assieme a questo, per gli adolescenti, case famiglia e gruppi appartamento, che scelgano di assumersi questa responsabilità educativa.

Anche sui genitori di questi minori, laddove possibile, vanno tentati azioni di responsabilizzazione e di recupero da inserire nei progetti personalizzati sui minori. Su questo versante si è già iniziato con gli incontri promossi dal centro Agape e da Libera nelle carceri di Reggio, Locri e Vibo un dialogo su questo tema difficile. È stato molto significativo l’incontro al carcere di Reggio dei detenuti dell’alta sicurezza con il presidente Di Bella e con gli attori della fiction Liberi di Scegliere. Uno di loro, che era stato desinatario di un provvedimento di allontanamento del figlio minore, ha rivolto al presidente Di Bella questa domanda: voi pensate veramente che un genitore voglia il male dei suoi figli? Il Presidente senza scomporsi ha replicato: certamente in linea generale è così , ma voi ditemi se un padre dà in mano al figlio di 12 anni un kalashnikov ,secondo voi vuole il bene o il male del figlio? Una risposta che ha fatto scendere una coltre di silenzio tra le mura della sala della casa circondariale che ospitava l’incontro. Anche questo è un lavoro difficile ma importante che va fatto e reso sistematico soprattutto nell’interesse dei minori, per rendere meno lacerante l’esperienza dell’allontanamento e che comunque li lascia liberi con la maggiore età di fare le loro scelte.

Libera Calabria: don Ennio Stamile
Claudio Venditti: Forum regionale associazioni familiari
Centro Comunitario Agape: Mario Nasone